domenica 4 maggio 2014

Irma la dolce (Wilder 1963)

Una delle più grandi commedie di Hollywood nasce da una doppia scomparsa...
Due dei tre protagonisti scelti dal grande Billy Wilder, infatti, dovettero essere sostituiti proprio per questo motivo: la prostituta Irma avrebbe dovuto essere interpretata da Marylin Monroe e Moustache, il gestore "filosofo" del bistrot parigino che fa da punto di ritrovo della vicenda, sarebbe stato addirittura Charles Laughton, ma i due morirono rispettivamente nell'agosto e nel dicembre del 1962, poco prima dell'inizio delle riprese.
Per i due ruoli vennero così scritturati Shirley MacLaine e Lou Jacobi, mentre per quello di Nestore, l'altro protagonista, non ci furono problemi e la prima scelta del regista rimase tale, con il suo attore-feticcio Jack Lemmon.

La costruzione del film è perfetta sin dai titoli di testa, durante i quali lo spettatore conosce la furbizia di Irma, che per aumentare le sue entrate, a seconda del cliente, trova il modo di impietosire chi ha di fronte offrendo a ciascuno una diversa bugia sul motivo che l'ha costretta a quella vita: ad alcuni racconta di essere stata una pianista promettente che si è rotta le dita, ad altri dice che fa volontariato in Africa e aiuta i bambini, ecc.
La strepitosa narrazione, sostenuta da una sceneggiatura di altissimo livello, inizia subito dopo i titoli, con una voce off che ci racconta il contesto, affiancata da una panoramica "a cannocchiale" di Parigi, che parte da una veduta della città dall'alto per poi avvicinarsi ai grandi monumenti e infine arrivare nel quartiere di Les Halles, dove è ambientata la storia, e quindi, in maniera ancora più circoscritta, nel locale Chez Moustache, dove si ritrovano tutte les poules, le prostitute di zona, con i loro protettori.
La voce narrante spiega che, pur se fuorilegge, la prostituzione è accettata in virtù di un sistema ben oliato in cui i protettori corrompono i poliziotti di turno. In un piccolo appartamento nel palazzo dall'altra parte della strada, in cui Billy Wilder ci fa entrare grazie ad un bellissimo movimento di dolly, Irma pratica la sua professione.
A cambiare la situazione, interviene una novità: l'arrivo di un nuovo poliziotto di quartiere, Nestore (Jack Lemmon), onesto, astemio e così semplice da sentirsi particolarmente perspicace poiché intuisce che nella strada ci sono delle “passeggiatrici”. È qui che iniziano gli scambi di battute con Moustache, il gestore del bar d'origini rumene, a cui vengono riservate le linee di sceneggiatura più folgoranti del film: “Ciò dimostra in che razza di mondo viviamo: l'amore è illegale, ma l'odio no”; “Essere troppo onesti in un mondo disonesto è come spennare un pollo controvento, si finisce sempre con la bocca piena di penne”.
Nestore ordina una retata, arresta le ragazze e, tra i loro clienti, anche il capo della polizia che lo licenzia. Tornato al bar, l'ex poliziotto si mostra più smaliziato, come dimostra chiedendo il suo primo drink alcolico e spiegando la novità con un eloquente “devo togliermi il sapore delle penne”.
Dopo un'altra folgorante battuta di Moustache (“La vita è una guerra totale, amico mio, e nessuno ha diritto di fare l’obiettore di coscienza”), Nestore chiacchiera con Irma, chiedendole di smettere di fumare - e lei “mi hanno chiesto di tutto, ma mai di smettere di fumare” -, ma causa l'ira di Ippolito, l'energumeno protettore della ragazza, che in una scena da slapstick comedy viene messo fuori causa quasi involontariamente dal personaggio di Lemmon.
L'eroica azione gli vale l'invito di Irma a dormire da lei, nella casa in cui la bella prostituta dice che ha abitato un artista squattrinato che si tagliò un orecchio (“Van Gogh?”, chiede l'ex poliziotto; “No, credo si chiamasse Schwartz” risponde Irma). È solo ora, quando Irma glielo chiede per la prima volta, che conosciamo il nome di Nestore, che peraltro ormai si è guadagnato il soprannome di “tigre”.
La relazione tra i due inizia su basi a dir poco instabili: Nestore vorrebbe mantenere Irma, che però si offende perché così le altre ragazze penserebbero che lei non sia in grado di mantenere il proprio uomo, in un altro dei grandi ribaltamenti rispetto alla morale comune presenti nel film.
Un altro grosso problema tra i due è la gelosia di Nestore che non vuole che lei faccia sesso con altri uomini e, proprio per questo, idea un piano "geniale": interpreterà un ricco lord inglese che possa essere l'unico cliente di Irma, che così farà sesso solo con lui. I soldi per pagare Irma li prenderà in prestito da Moustache... che commenta “questa sarà la più grossa sconfitta inglese dopo Dunquerque”.
Indimenticabile l'ingresso in azione di Lord X che, come un supereroe ante litteram, "ascende" dallo scantinato del bistrot grazie ad un montacarichi azionato dal bancone del locale dallo stesso Moustache. L'entusiasmo di Irma per aver trovato una gallina dalle uova d’oro ed i conseguenti festeggiamenti, fanno capire a Nestore che le cose non stanno andando come aveva previsto e decide di andare a lavorare di notte al mattatoio per poi rincasare all’alba senza svegliare Irma che, però, una volta accortasi dell'inganno, crede che il suo fidanzato abbia un'amante. 
Dopo un furibondo litigio, Irma rivela a Lord X di essere disposta a partire con lui e di andare a vivere nel suo castello. Per gelosia Nestore “uccide” Lord X gettandolo nella Senna, ma Ippolito, che lo segue, vede i vestiti dell'uomo in acqua e pensa che l’omicidio ci sia stato davvero, nel più classico schema da comedy of errors, e lo denuncia.
Dopo l'arresto, la difesa di Nestore viene assunta da Moustache che, dopo aver dichiarato di essere stato un professore universitario e un soldato, annuncia anche un passato da avvocato, e salva il suo cliente dalla pena di morte convincendo la giuria che si è trattato di un delitto passionale, un argomento che fa più presa sulla gente perché alla verità non crederebbe nessuno. La situazione paradossale e surreale, già riassunta da Moustache (“le prigioni sono piene di gente innocente che ha detto la verità”), farà comunque condannare Nestore a 15 anni di lavori forzati. Il lieto fine è garantito dall'evasione dal carcere dell'uomo, ancora grazie all'intervento di Moustache, che gli porta diverse calze verdi di Irma da legare insieme in modo da raggiungere la fidanzata che aspetta un bambino. Dopo la rivelazione di Irma, convinta che il figlio sia di Lord X, Nestore, ricercato come evaso, fa "ritornare" Lord X, cancellando così il proprio omicidio.
Il film si chiude con il matrimonio dei due protagonisti, reso particolarmente veloce dalle doglie di Irma che alla fine partorisce in sacrestia, grazie ancora a Moustache, che naturalmente è stato anche caporeparto di ostetricia in Africa e non prima che lo stesso baffuto tuttofare, che vede al centro della navata della chiesa Lord X, proprio mentre Nestore ha il neonato in braccio, dica la sua battuta principe, ripetuta ogni volta che ha ricordato una sua professione passata: “ma quella è un’altra storia”...

Tempi comici perfetti, sceneggiatura impeccabile (firmata da Billy Wilder e da I.A.L. Diamond), attori straordinari, scenografia di Alexandre Trauner, capace di ricostruire in uno studio di Hollywood i vicoli di Les Halles, regia di Billy Wilder (serve altro?), per un film da consegnare alla storia del cinema. 

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